Come abbiamo visto nel precedente articolo, avere genitori che giocano e si divertono con loro è un elemento fondamentale per lo sviluppo armonico dei bambini.
I bambini passano la maggior parte del loro tempo in attività di gioco e, attraverso di esse, esplorano il mondo e mettono alla prova le loro abilità e competenze. È quindi un’attività fondamentale nella loro vita, eppure la maggior parte delle volte non è condivisa con i genitori! Le motivazioni possono essere di varia natura: primariamente la mancanza di tempo dei genitori e la loro convinzione di non essere capaci di giocare, di annoiarsi, che “è una cosa da bambini” o “una perdita di tempo”.
Come emerso precedentemente, giocare non è assolutamente una perdita di tempo ma è il mezzo privilegiato con cui il bambino sviluppa competenze cognitive, emotive e relazionali ed è importante che tali momenti vengano condivisi con gli adulti di riferimento. Tuttavia un genitore potrebbe sentirsi in imbarazzo a sedersi per terra a giocare con il proprio bimbo, non sapere come comportarsi o non trovare il tempo.
Innanzi tutto, per gioco intendiamo qualsiasi attività piacevole e divertente, meglio ancora se condivisa con qualcuno di importante per il bambino. Pertanto, anche semplici attività quotidiane, come apparecchiare la tavola o prepararsi per andare a scuola, possono diventare gioco. Le mamme indaffarate possono sfruttare qualsiasi momento di interazione con il proprio bimbo per trasformarlo in un momento ludico, in cui condividere la gioia di stare insieme e di scambiare emozioni positive.
Una buona abitudine è anche quella di riservare un “tempo per il gioco” all’interno della giornata, che non deve essere necessariamente lungo, bastano 30 minuti, ma di qualità. Il “tempo per il gioco” è un momento ben preciso della giornata dedicato totalmente a giocare con il proprio figlio: deve svolgersi tutti i giorni, più o meno alla stessa ora, fino a diventare una routine. Cosa si fa in questo “tempo”? Prima di tutto è importante allontanare tutto ciò che può distogliere l’attenzione dal gioco: telefono, tv, ma anche pensieri, preoccupazioni, lista delle cose da fare. Vostro figlio merita di avere tutta la vostra attenzione, quindi sforzatevi di lasciare fuori tutto il resto e di concentrarvi solo su di lui. Poi giocate! Non dovrete spremervi le meningi per trovare grandi cose da fare: vi basterà lasciare libero vostro figlio di decidere e seguirlo. Lasciate a lui la scelta e poi diventate il suo compagno di giochi: non dovrete guardarlo passivamente o guidarlo ma proprio giocare con lui, immergendovi nell’atmosfera del momento!
Questo può essere difficile per alcuni genitori, specialmente per coloro che pensano di non sapere come si fa. Tuttavia avete la fortuna di avere un insegnante molto competente a vostra disposizione: vostro figlio.
Se vi rendete conto che giocare non vi diverte o che fate molta fatica a lasciarvi coinvolgere, questo metodo può aiutarvi a imparare a giocare, con enormi benefici per il vostro bambino.
Utilizzando questo metodo di osservazione e imitazione, potete anche allenarvi a trasformare i momenti della giornata un cui si fa qualcosa insieme in momenti giocosi. In questo modo lavarsi i denti, riordinare la cameretta o fare la spesa possono diventare attività di condivisione di affetti positivi, con ripercussioni positive sul benessere del vostro bambino e sulle sue capacità sociali.
Se, nonostante questi accorgimenti, giocare e passare del tempo piacevole con vostro figlio resta difficile, è molto probabile che ci siano dei blocchi, legati alle vostre esperienze infantili, che non vi permettono di vivere pienamente la gioia di essere genitori. In questi casi, l’aiuto di uno psicologo esperto in genitorialità vi potrà guidare alla scoperta e risoluzione dei nodi problematici nonché alla riscoperta del piacere di stare con i vostri figli.
Dott.ssa Chiara Maria Ostini - Psicologa e psicoterapeuta a Sesto San Giovanni
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